13 dicembre 2006

Basilea 2: il rapporto banca-impresa

Intoduzione al Report - Marketing e Finanza - n. 3 ottobre/novembre/dicembre 2006

Il nuovo accordo di Basilea è un classico esempio di come una innovazione normativa può comportare effetti non solo sull’organizzazione e sui processi delle aziende che dovranno adottare le nuove “regole” (le banche e le imprese), ma anche importanti implicazioni di business.
Basilea 2 prevede che le banche valorizzino oggettivamente, pur attraverso un indicatore di sintesi (“il rating”), la qualità creditizia del debitore al fine di correlare i requisiti patrimoniali ai crediti concessi e/o erogati. Un primo effetto di questa “novità tecnica” è che i modelli di pricing delle banche dovranno tenere conto della correlazione sopraccitata e quindi rendere più oneroso il debito per le aziende “più rischiose”.

Tuttavia l’elemento più critico introdotto dalla nuova normativa è
rappresentato dal fatto che il valore del rating dipenderà anche dalla quantità e qualità delle informazioni fornite alla banca durante il processo di valutazione creditizia. Pertanto a parità di rischio, l’impresa che non metterà a disposizione adeguate informazioni sarà penalizzata con l’attribuzione di un rating “più basso” e quindi dovrà sopportare un costo del debito più alto.

Il problema non è di poco conto vista la dimensione tipica dell’impresa italiana, le cosiddette PMI, strutturalmente più deboli finanziariamente ma anche le meno “trasparenti” sotto il profilo della comunicazione economico-finanziaria.

Il piccolo e medio imprenditore, da sempre abituato a negoziare i finanziamenti con la banca basandosi sulla relazione personale e fiduciaria con “il direttore della filiale”, nonché sulle garanzie (anche personali) prestate, dovrà ora fornire informazioni strutturate sugli obiettivi strategici (ad esempio la mission aziendale, il posizionamento, i vantaggi competitivi, quote di mercato, ecc.), nonché dati previsionali sull’andamento economico e finanziario dell’azienda (ad
esempio budget e pianificazione finanziaria, ecc..

Evidentemente ci troviamo di fronte ad una rivoluzione culturale per le PMI italiane che potrebbe, se non correttamente gestita, minare la stessa relazione tra banca e impresa.

Questo rischio potrebbe invece trasformarsi in una grande opportunità per far evolvere il rapporto tra banca e impresa e ottimizzare la struttura finanziaria delle aziende italiane, oggi sbilanciata verso il credito bancario (per lo più a breve termine), allineandola alle strategie di sviluppo e di crescita delle imprese.

Basilea 2 rappresenta quindi l’occasione per le banche per ridefinire il loro ruolo, oltre che di intermediari creditizi, di consulenti e partner delle imprese e strutturare un nuovo modello di comunicazione e relazione con indubbi vantaggi per entrambi.

Sergio Spaccavento
Direttore Editoriale
Marketing e Finanza

1 commento:

Anonimo ha detto...

Tutto spostato al 2008 ?
Le Banche italiane inizieranno a calcolare i requisiti patrimoniali secondo l’accordo interbancario di Basilea2 solo a partire dal 1 gennaio 2008, questo, qualunque sia la metodologia di calcolo adottata dalle banche, tanto quelle che utilizzeranno il metodo standardizzato (rating esterni), tanto gli istituti di crediti attrezzati per i metodi avanzati (rating interni).
Lo spostastamento dei termini, al di là di premiare i 'ritardatari' non sposta certo le componenti strutturali della ridefinizione del rapporto banca/impresa implicito nel nuovo accordo sul capitale. Le Banche già attrezzate e già pronte hanno così l'opportunità di proseguire per un altro anno con l'attività di education soprattutto con le piccole e medie imprese.